Portolano: "Dotarsi di un Iron dome è una priorità per l'Italia. Sviluppare capacità di difesa e deterrenza"


Ansa
In commissione difesa
Il capo di stato maggiore interviene alla Camera e fa il punto della situazione: "Preoccupazione per il fianco est della Nato. La Russia cresce militarmente a ritmo più rapido del previsto. Servono capacità di difesa e deterrenza. Istituire la figura di un comandante unico europeo, che sia referente a livello politico"
La dotazione da parte dell'Italia di un sistema come l'Iron Dome è uno degli obiettivi che ci stiamo prefiggendo, dice Luciano Portolano. L'occasione è un'audizione alla Camera, in Commissione difesa, durante la quale il capo di stato maggiore della Difesa ha fatto il punto della situazione sulle necessità, sulle carenze e sulle prospettive militari italiane, europee e della Nato. "Oggi esistono dei sistemi di difesa aerea ma non abbiamo un sistema di copertura totale. E' una delle priorità che il ministro Crosetto ha voluto porre", ha ricordato Portolano. Al Foglio il ministro aveva detto: “La difesa da possibili attacchi via missilistica è una priorità per chiunque si debba occupare della sicurezza e della difesa di una nazione”.

Il capo di stato maggiore ha espresso "forte preoccupazione lungo tutto il fianco est della Nato". E "se negli ultimi trent'anni attenzione è stata rivolta alle operazioni di risposta alle crisi, oggi l'Italia deve poter disporre di una capacità militare di difesa e deterrenza, come dimostra il conflitto russo-ucraino".
Portolano ha poi ribadito la necessità di sostenere l'Ucraina, "un dovere da parte dell'Italia" che ha tuttavia determinato "un abbassamento del livello delle scorte nazionali" che dovrà essere recuperato. Quanto tempo ci vorrà per integrare nuovamente "gli stockpiles", le scorte, "dipende da due fattori: la capacità di spesa che ho per poter acquisire munizionamento, ma essenzialmente è la capacità di produzione di chi poi mi deve garantire questo munizionamento, dunque la capacità di produzione delle aziende".
Tutto questo avviene mentre "l'attuale quadro geopolitico continua a essere contrassegnato da un profondo mutamento degli equilibri internazionali, con un'evidente frattura tra i paesi che sostengono il modello democratico e quelli che promuovono modelli autoritari come Russia, Iran, Corea del Nord e altri: questo divario ideologico si intreccia con l'aperta competizione per l'accesso a risorse energetiche e materie prime, con ingerenze sulle principali rotte commerciali e con i conflitti destabilizzanti in Ucraina e medio oriente". In questo quadro, ha detto ancora Portolano, "il conflitto in Ucraina coinvolge le grandi potenze mondiali e ha conseguenze profonde sull'assetto di sicurezza europeo e internazionale: Mosca, malgrado le estese perdite sul campo di battaglia, sta ricostituendo le capacità militari perdute e crescendo militarmente a un ritmo più rapido del previsto".
Il capo di stato maggiore ha poi sottolineato la necessità di un'Ue più forte dal punto di vista militare, caldeggiando la creazione di una struttura di comando e controllo, che oggi non esiste. "Dobbiamo istituire la figura di un comandante unico europeo, che sia referente a livello politico". Oltre a questo, per il capo di stato maggiore, servirebbe creare "una rete di informazioni classificate", che "oggi a livello europeo non esiste, ma esiste a livello Nato".
Quanto all'Italia, infine, Portolano ha spiegato che sarà importante valorizzare le capacità del personale e "riequilibrare le dotazioni organiche adeguandole alle reale esigenze funzionali". E' in corso – ha aggiunto il capo di stato Maggiore – "un approfondimento sull'istituto di riserva" al fine di disporre di un bacino di personale aggiuntivo "che consista di personale addestrato e prontamente impiegabile" e in grado di integrare le Forze armate sin dal tempo di pace, ha rivelato Portolano. Infine, "è necessario pensare a un ringiovanimento delle Forze armate". Come? "Rendendo la carriera militare un'opzione maggiormente attrattiva per i giovani".
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